Le due vie
bipolarità, attraverso le varie dottrine, non si presenti mai esattamente la stessa. Da Platone ad oggi, si assiste ad una fluttuazione che per altro finisce
Le due vie
, intercettata al momento in cui ne avviene la recezione in una coscienza. Il che non è la stessa cosa che considerare l’opera d’arte dal punto di vista dello
Pagina 10
Le due vie
’opera stessa; e l’autore, da dietro all’opera, subirà le sorti delle dialettizzazioni storiche alle quali la recezione dell’opera darà luogo. Le quali
Pagina 101
Le due vie
simbolico della sua nascita; era inevitabile scindere in due fasi fondamentali il processo creativo, e tali due fasi risultano dalla stessa indagine
Pagina 102
Le due vie
tuttavia non restava più la stessa: aveva mutato identità. Troppo ostava a che, sulla base dell’esperienza di quello che era stato lo sviluppo delle
Pagina 102
Le due vie
posto lo spettatore in una situazione diversa da quella in cui si trova quando è off limits dall’identità dell’opera con se stessa. Di qui la
Pagina 104
Le due vie
ricevente — si integri, questi, o no — ma sull’apertura che è offerta dalla stessa struttura formale dell’opera. È chiaro che, pur se la possibilità da
Pagina 105
Le due vie
manifestazioni tipiche dell’epoca stessa. A questo punto viene allora il sospetto che, nell’ambito medesimo delle attività artistiche, ne rimanga invece
Pagina 125
Le due vie
distruzione necessaria della tecnica stessa tradizionale della pittura, che solo indirettamente può configurarsi come opposizione alla meccanizzata
Pagina 128
Le due vie
dalla raffigurazione in sé, che si trova ad essere come annichilita nella ripetizione, al ritmo che determina la ripetizione stessa. Ritmo elementare
Pagina 136
Le due vie
assai meno illusiva, assai meno invogliante di quella che si potrebbe vedere in qualsiasi cartellone americano. Avviene cioè la stessa riduzione che in
Pagina 136
Le due vie
, sicché, tale peculiarità, non richiede tanto d’essere sussunta ad una categoria, quanto di venire approfondita in se stessa. Accettando così l’opera d
Pagina 14
Le due vie
che apparirà subito che l’opera d’arte non andrà estratta, isolata, messa fra parentesi, proprio perché essa stessa, come noi la riceviamo, risulta
Pagina 14
Le due vie
annoverata fra le arti figurative. E spiega anche come il cinematografo, nato in primo luogo dalla fotografia, abbia ereditato la stessa pretesa o
Pagina 141
Le due vie
particolare e ineffabile simbolo, dall’altro la stessa coscienza non può arrivare ad interiorizzarlo interamente. Il modello resta esterno, la lastra
Pagina 147
Le due vie
stampandosi con la serigrafia sulla tela stessa, sia addirittura retrocedendo dalla foto all’oggetto, come in certi aspetti della pop-art. Ma questo è
Pagina 148
Le due vie
dal suo singolarissimo porsi fra i fenomeni ma è la condizione stessa del suo apparire come tale. Perché si eccettua originariamente dai fenomeni, l
Pagina 15
Le due vie
falsare, contrabbandando per vie traverse, l’essenza stessa della fotografia: il fatto non già di mancare, ma di non poter possedere una formulazione.
Pagina 151
Le due vie
la stessa costituzione d’oggetto, l’oggetto sospeso sulla propria esitenzialità. Non è più un trompe-l’oeil, ma rivela lo stesso processo di
Pagina 164
Le due vie
sulla presenza stessa che realizza la realtà esistenziale.
Pagina 165
Le due vie
sostanza stessa della figurazione.
Pagina 166
Le due vie
folgorante dell’astanza che è poi l’essenza stessa della realtà pura. Per cui, a togliere al Caravaggio il Fanciullo con la cesta di frutta e il
Pagina 167
Le due vie
’altro, in quanto corrispondono alla bipolarità dell’opera d’arte. Si è già detto che per la stessa ragione è impossibile pensare contemporaneamente l
Pagina 173
Le due vie
che il fruitore connette all’opera stessa «condizionato dalla psicologia e dalla Weltanschauung personale»15. Per questo le indagini iconologiche non
Pagina 181
Le due vie
di indipendente da essa: i nostri desideri e le speranze, le simpatie e le antipatie che essa stessa provoca e intensifica, sono del tutto impotenti
Pagina 22
Le due vie
della recezione stessa o addirittura della mancata recezione di una stessa opera d’arte (lunghi periodi di misconoscimento o oblio dell’arte gotica
Pagina 27
Le due vie
, e quindi altrettanto irreversibile che tutti gli altri eventi che fanno oggetto di storia. La permanenza dell’opera come pura identità con se stessa
Pagina 28
Le due vie
’opera d’arte stessa: un punto di arrivo al di fuori dell’opera d’arte è concepibile solo in via sussidiaria o collaterale, ma inizialmente, il gruppo di
Pagina 30
Le due vie
L’esempio ha dunque chiarito un punto fondamentale, e cioè quella oscura «intelligenza di se stessa» a cui deve l’opera d’arte l’apparente
Pagina 32
Le due vie
la semantica stessa, sicché bisogna contentarsi al più di risultati parziali.
Pagina 35
Le due vie
si rapporti la distinzione stessa alla struttura o si impieghi come giudizio implicito di valore. In un’opera d’arte non è affatto vero che tutto ciò
Pagina 35
Le due vie
stessa dell’arte), si darà «comunicazione» in cui l’immagine-segno si istituisce tramite di un sapere referenziale che così viene portato a
Pagina 36
Le due vie
presenza stessa che sostanzia. Nel messaggio il «gruppo di elementi di percezione» è puramente strumentale ed è uno degli infiniti che avrebbero potuto
Pagina 37
Le due vie
doveva comparire la figuratività dell’opera d’arte come contenuto dell’opera d’arte stessa, in quanto partecipe o comune all’esperienza del ricevente.
Pagina 42
Le due vie
, se non in parte, segno di altre cose, ma bensì di se stessa: essa reca in se stessa la propria significabilità» 39. Ma la inconsistenza di quella
Pagina 42
Le due vie
L’oggettualizzazione, che è l’intenzione stessa rivolta all’oggetto, se si considera dal punto di vista semantico, si configura come connotazione. A
Pagina 48
Le due vie
senza esistenza, noi vediamo ora che si fonda sulla struttura stessa della percezione, per cui non si dà né si può dare una conoscenza oggettiva dell
Pagina 50
Le due vie
accompagnare la fotografia riprodotta, ma è lecito recuperarla nella stessa apparente struttura di analogon del reale che la fotografia ostenta: dal
Pagina 51
Le due vie
, se si imponga a questa, sia pittura o narrazione, la resa esatta di un reale la cui stessa percezione è già connotazione. Ma allora potremo concludere
Pagina 51
Le due vie
rientrano nel primo ramo e quali nel secondo. Sarà la struttura stessa dell’opera a indicare volta per volta in che consista la sua essenza, e quali invece
Pagina 53
Le due vie
recezione, spazierà su un duplice campo che rispecchia la duplice storicità dell’opera stessa. Ma se questa seconda fase della critica sarà praticamente
Pagina 53
Le due vie
e semiosi si presentificano alla coscienza stessa. In modo particolare, per quel che riguarda l’opera d’arte, e cioè la pura astanza alla coscienza
Pagina 59
Le due vie
no, contiene, si dovrebbe risalire alla specificità stessa dell’opera, per cui è opera d’arte e per cui ha un valore insostituibile per la coscienza.
Pagina 60
Le due vie
individuale che è per se stessa, ogni cosa che è per se stessa non può essere che la stessa con se stessa. Altri, a lor volta, definiscono altrimenti l’identità
Pagina 79
Le due vie
Finché allora il principio di causalità non pareva ammettere eccezione, e si ritenne rispecchiare la struttura stessa della realtà nel suo
Pagina 85
Le due vie
situazione, a dire del Meyer, anche senza quei colpi. Accettando l’opinione del Meyer, sia pure prescindendo dal contenuto dell’opinione stessa, il Weber
Pagina 89
Le due vie
Riconosciuti dunque i casi nei quali la concatenazione causale non può attuarsi, e rilevata la necessità di temperare la concatenazione stessa, dove
Pagina 90
Le due vie
’ambiente, sostituirà un gioco dialettico individuale all’origine di quelle grandi onde di flusso e di riflusso che sembra consegnare la storia stessa
Pagina 93
Le due vie
forze che controllano la natura e delle situazioni relative a tutte le entità di cui la natura è composta, sarebbe stato capace di dare, nella stessa
Pagina 94
Le due vie
luogo nell’affabulazione stessa dell’artista, occorre tuttavia dare almeno un esempio significativo, nel contrasto fra un filosofo e un critico d’arte
Pagina 96